SEI FEBBRAIO

Questo timido sole pallido,
nella rete bambagiosa delle nuvole perlate
allunga i suoi baffi a sfiorare i gelidi vetri
della mia finestra: timida
con gli occhi sulla campagna brulla.

Oh, la fuga dell’arida pergola!
I tralci, i sarmenti, la gatta calda sul filare
i gatti sul muro scrostato
i solchi bruni
i riverberi sui cocci inutili
sui barattoli
sui ferracci.

Il quieto scorrere del rigagnolo
lo stillare della doccia, a goccia a goccia
un tormento!
Toc... toc... toc...
Le cose che si scaldano appena
s’illudono
risplendono un poco
si ristorano al caldo breve
appena appena.

Nella mia stanza dalle pareti nude
striate d’ombra verde, desolata e tenue
il sole si posa.
Sul mio tavolo d’inutili cose ingombro
i gomiti callosi ed artrosi.
Il poco sole sfuggente
appena si sposa con la solitudine:
nè mi dà tempo di pensare a domani
ad un sole piú caldo.


Virginio Bianchi
(dopo il 1950)

La finestra dello studio di Virginio Bianchi
La finestra dello studio di Virginio Bianchi
1958-1968
olio su tela
cm 140 x 100  -  55.1" x 39.4"